Non importa più di tanto a cosa sia dedicata o cosa celebri la sagra, l’importante è l’opportunità che dà agli abitanti di provincia.
C’è chi aiuta in qualcosa, il montaggio stand solitamente affidato senza gara d’appalto agli Alpini, assieme alla piastra per fare gli strinù, salamelle, ecc. Chi serve ai tavoli, solitamente nonne evergreen e nipoti. Chi ha sempre sognato di fare il cuoco ma è figlio di farmacista, quindi nada.
E alla cassa? Meglio mettere il rarissimo astemio del paese!
La sagra è Il perfetto pretesto per il marito in pensione, può assentarsi da casa senza giustificazioni, sporco, brillo e senza orari, LA LIBERTA’ ASSOLUTAAAA!
Chi va per mangiare e bere come se non ci fosse un domani. Chi per ballare, il barbiere si scopre un egregio ballerino, solitamente magro, piccoletto, chiaramente senza capelli, baffetti e stivaletto in stile John Travolta nel film “la febbre del sabato sera”. Le fa ballare tutte! Non beve, non mangia, non rutta, non scoreggia e non riposa MAI. Poi, poi c’è chi va per andare a fighe, pota!
La sagra è una goliardica arena contemporanea dove il tempo si è fermato, un’orgia di sguardi, dove possono nascere o morire relazioni umane, dove per un momento le cattive vicende vengono dimenticate, lasciando spazio alla positività che solo la semplicità di una sagra può magicamente trasmettere.